Afghanistan 1976

 

“Do you need a toilet?”

“There is the very good toilet…..”

Alla faccia della very good toilet : è un buco nero nel terreno proprio in mezzo ad un campo di patate in fiore ( spero tanto non me le offrano per  cena…) ( le patate intendo!)

    Ce l’abbiamo fatta , dopo sei ore di viaggio su una vecchia jeep russa  e due soste per il chai (the) siamo giunti a Bamiyan nel primo pomeriggio dopo aver lasciato a malincuore Kabul e le comodità , la chiamano la Parigi dell’Oriente.

 

 Il Buddha Avara 

 

Il Buddha Avanzvara

 

http://kaladarshan.arts.ohio-state.edu/loststolen/Afghan/bamiyan/bamiyan_overview/index/photomapbot.htm

 

 sito inviato dalla gentile Valossa, grazie!

Nella valle di Bamiyan dopo il campo di patate alimentato dal …buco nero… si stagliano nella montagna i due grandi Buddha scolpiti nella roccia alti più di sessanta metri , Avanzvara ( in lingua afgana ) e Avara ( nell’idioma indiano).

     Dicono sia nato qui il Buddismo : è forse per questo che in Afghanistan durante questo tiepido agosto del 1976 si respira un aria di quiete  e allegria.

      

            Ragazza Kochi             e  donna afgana davanti all’ospedale di Kabul

                

                               

                                                              Il più bel sorriso di Kabul

Da leggere : Il cacciatore di aquiloni (Khaled Hosseini) www.edizpiemme.it

     Le strade di Kabul  animate da suonatori di Sitar  e da  ragazze  Kochi  scese a vendere yogurt ( zapati)  e carne di agnello avvolte nei loro vestiti ricamati di colori e specchietti , il volto scoperto lunghi capelli corvini e occhi che rimandano felicità a chi li guarda .  Sul marciapiede due coppie di anziani uomini giocano a dama sulla scacchiera disegnata all’angolo della strada, i turbanti avvolti sul capo , le camicie larghe senza bottoni chiuse da lacci e la pelle del viso aggrinzita dal troppo sole.    Penso a loro e al sarto afghano che ha confezionato la giacca con il bavero alto nepalese e le maniche lunghe sino alle dita….. mi è più utile che mai  a Bamiyan la sua giacca ! Siamo a  oltre 2.000 metri : l’aria rarefatta e pungente mi fa dimenticare il momento in cui me l’ha consegnata scrollando via due inopportuni scarafaggi! A fianco alla sua bottega c’era “the very good backery” dove si poteva comperare il pane , chapati ( tipo piadina ma a portafoglio dove mettere ogni sorta di companatico dall’agnello al formaggio bianco tipo feta )…cacciando via gli scarafaggi, però ….

      

                Il mio sarto a Kabul                       .. si fa pulizia eleganti

 

                    

                                

 

                                               anche le pecore sono eleganti

       

                    

 

                                                    Hotel One  al centro di Kabul

 

Alighiero e  Boetti , mio grande amico e breve amore,  il pittore concettuale torinese gestiva a Kabul due anni prima un albergo del tutto particolare :  The One Hotel , anche sua moglie AnneMarie ed i bambini l’avevano seguito in questa splendida terra.

                                    

Segni e disegni ricamati  con colori naturali dalle abili mani delle donne afgane, forse il tutto condito da un po’ di buon oleoso afgano e sicuramente tanto tanto chai…

Raddoppiare dimezzando…questo concetto quasi biblico sulla capacità di vedere le cose nella loro interezza … leggere anzi udire fra le parole concetti mirabili dell’arte espressa da Alighiero e Boetti

                   

                                         Tre mondi diversi nelle vie di Kabul

 

 

Non so quanto avrebbe patito nel venire a conoscenza della barbara distruzione dei Buddha, dell’annientamento di quella splendida società che animava di libertà quel lembo di terra stretto fra il rigorosamente mussulmano Pakistan e l’oltranzista Iran , già nel 1976 la differenza era enorme.

     Dove saranno ora i sorrisi delle donne Kochi ? Dove le tende , i tappeti , i vestiti colorati , asini e cammelli bardati sempre a festa , dove in quale lembo di deserto avranno trovato riparo ?

      O sarà forse il deserto ad avere trovato riparo nelle loro teste coperte ora dal chador ?

Shit , shit , shit…..

      Si respira a fatica  durante la scalata alla montagna dei Buddha ma la vista merita e incoraggia …ti raggiunge una sensazione di calma incontrollabile , si sente di essere poca cosa anche se si è certi di essere un granello di sabbia che unitosi ad altri cancella il debito con il tempo….credo di avere bisogno di una buona vasca colma d’acqua per affogare tutte le ansie nate dai dubbi che un posto come questo sa instillare nell’anima.

                                        

                                         

 

                                       Vista dalla cima dei Buddha

Nell’unico hotel di Bamiyan abbiamo ottenuto di pernottare nell’unica camera privata con letto matrimoniale di legno ,corde e bianchissimo materasso di crine…già prevedo una splendida notte di amore con il mio compagno di viaggio Giorgio Conti…chissà perché mi innamoro sempre dei diavoli di questa terra, ne sono incredibilmente attratta….forse perché sono angeli che hanno perso le ali o forse perché hanno un fondo di assoluta verità nel loro essere dannati , una sfida che mi piace combattere , angelo quale sono , cercando di non rimetterci tutte le piume…

    Perciò ho bisogno di spazi miei dove ricostituirmi , rigenerare la mia integrità , riportare allo specchio l’immagine della mia anima uguale  a quella del mio spirito vitale, ricongiungermi con il mio io …in poche parole : farmi bella , affascinante al di là di ogni pensiero… Per farlo mi indicano una porta fuori dell’albergo dove , a pagamento , posso mettermi a nuovo.     Entro : è una grande stanza  e ….meraviglia …c’è un grande catino d’argento sopra un tappeto afghano rosso e blu,  l’acqua è alimentata da due botti incastrate  per metà nel muro , anch’esse d’argento , una alimenta acqua fredda , l’altra acqua calda….ma come?   non c’è elettricità in questa zona , quando scende la sera si accendono lampade a petrolio…indago . Mi mostrano  una stanza attigua , con entrata dalla strada , dove spuntano le altre metà delle botti e sotto una di loro è acceso un fuoco di legna che , annerendola , rende l’acqua calda , ma che dico calda , bollente ! 

                                                             

                                           

                                                       Zucca vegetale 

    

      Zucca umana   

                                        

     Sono al settimo cielo , adoro vivere in modo antico e così civile ! Far parte di una tradizione del popolo che sto visitando mi fa sentire viva ed entusiasta : sono nel loro tempo ! Felice rientro nella mia “stanza da bagno” , il catino è quasi colmo , non c’è voluto molto dal momento che è assai basso , l’acqua mi arriverà alla vita quando mi siederò dentro.

     Mi spoglio con calma  , lascio cadere i vestiti sul tappeto , vorrei non essere più sola ad assaporare tutto questo….sentire la pelle di un uomo vicina alla mia , le sue carezze rendono i miei sensi allertati , i seni si fanno turgidi e la mia bocca cerca idealmente la sua per leccarne le labbra. Il bacio : non potrei vivere senza un bacio , è il rapporto più importante per conoscere una persona…deve essere umido e lungo ..coinvolgente..devo poterlo baciare io e poi sentire la sua lingua che mi fa sua , mi riempie la bocca smuovendo le mie voglie a sentirlo più in basso.

     Quando esco dal bagno sono più sexi di prima , gli uomini afghani abbassano lo sguardo al mio passaggio e io so  di avere addosso una carica sessuale che è vita stessa. Basterà al mio compagno ?, anzi basterà a tramortirlo , a riportarlo al piacere puro…forse si , anche se per poco.Ma basta poco a capire la vita, il segreto è ricordarlo.

E’proprio vero la prima eccitazione viene dal bacio, stimola più di qualsiasi cosa all’amore puro anche se ho incontrato nella vita persone che non  baciavano in nome di un qualche legame di rispetto precostituito…Beh credo che il rispetto loro non sapessero neanche dove stava di casa : non ce ne è per chi ti sta davanti,  non ce ne è per te stesso ma soprattutto non credo ve ne sia per chi è assente. Insomma farlo senza un bacio è per me abbrutente e limitato e se esiste qualcuno che può obiettare “ l’intimità che discende dal bacio” contro obietto” e tutto il resto allora non è intimità?”

                                 

                                          Felice Eva

    In una vita passata devo essere stata una vestale, una amante perfetta che sa fare coesistere con chiunque l’amore con la sessualità per il solo fatto di dividere in quel momento un atto così importante che libera più di qualsiasi cosa e spaventa altrettanto…bisogna avere stoffa per amare chiunque in quel momento…Già ma forse in quella vita passata c’era più conoscenza che in questa, più  equità , più verità  nel sentimento che rispettava l’identità di una persona preservandola dallo sfacelo e dalla distruzione ..deve essere così perché davvero non mi sentirei di essere una vestale nei nostri tempi…vita dura e troppo dispiego di energia…chapeau a chi ci riesce….

                                         

                                          In viaggio verso Bamyan

Kandhar , omonima di Alessandria , fondata dallo stesso creatore della città egizia. Il suo nome ne cela per sempre il ricordo essendone la traduzione letterale in afgano…ma come può essere diventata nei secoli la terra degli integralisti? Quale meccanismo ne ha permesso il degrado e perché lì si respira già nel 1976 un aria di oppressione? Passo nella via pubblica  e  sento sguardi carichi di risentimento..il posto non mi piace per niente e al solo ripensarci perdo il sorriso che mi illumina il volto nell’alba frizzante che ci vede partire al grido di “Bamiyan –Bandi-Amir” ripetuto dalle urla del capo convoglio. Supereremo il passo per arrivare ai laghi e alle cascate di Bandi-Amir a 3.000 metri di altezza. Spettacolo che apre il cuore vedere questi posti offrirsi alla vista dopo il deserto, l’aria è così nitida e c’è così tanta luce …le diapositive verranno quasi bianche tranne quel color turchese dei laghi che terminano a cascata.

                                       

 

  Foto della valle di Bamiyan

 

  Foto cascata Bandi-Amir, 3.000 metri high 

                                      

Mi chiedo come potranno fare quando a settembre chiuderanno il passo e la popolazione  resterà isolata fino allo sciogliersi delle nevi . Hanno case costruite in grosse pietre con struttura a chiocciola , un camino nel centro del tetto,  un misto tra un trullo e un nuraghe sardo. Per noi c’è una grande tenda bianca sistemata al centro del più esiguo villaggio per turisti incontrato nel mio peregrinare.

  

 

 A Bandi-Amir l’unico gioco è l’ocarina

 

  Case trullo di Bandi-Amir

 

 

  Luce accecante sulle bianche tavole

Bianche tovaglie ricoprono le tavole poste all’aperto , il colore è abbacinante . non si possono guardare senza occhiali così come è quasi impossibile fumarsi uno spinello…troppo poco ossigeno..meglio desistere per il momento e forse anche per il futuro , questa forma di aggregazione fa più male che bene …all’inizio apre una porta nel nostro assopito spirito , poi è solo mercimonio,  un puro meccanismo di commercio come tanti altri. Grazie Bandi-Amir per avercelo fatto capire…si propone talmente tanto alla nostra vista  da supplire abbondantemente ai paradisi artificiali.

 

  Nella valle  di Bandi-Amir con bimbi afghani

Il tempo si è fermato in questa valle , per ben sei mesi isolata dal resto del mondo,  forse viene scandito dal levare del sole ogni singolo giorno ma come fanno a determinare la durata di una partita giocata con i cavalli e una pelle di montone in un campo senza limiti alcuni ?Forse con una clessidra?  Ma chi ha indicato la misura del tempo nel riempirla ? Chi ha detto “Questa è un ora”  nell’infilare l’ultimo granello di sabbia nel vetro? A noi sembra tutto così semplice , scontato ma non lo è quando riesci a rapportarti a un popolo  che usa la propria genialità per trovare quelle stesse misure alle quali noi siamo così abituati dalla nascita da non farci più caso.

                          

  The very good toilet 

                                               

   Foto di Giorgio nella “very good toilet” , un pozzo nero cinto da un basso muretto, giusto l’essenziale a preservare l’onore dei turisti…tutto intorno la natura , sul fondo l’acqua che cadendo dal lago si trasforma in cascata. C’è profumo di pane dolce e credo proprio di indovinare il pensiero di questa gente così forte e antica , si chiedono come possiamo sopravvivere noi turisti  conciati come siamo , nel gruppo ci sono anche giapponesi con la mascherina bianca sulla bocca…una vergogna davvero!

   Forse un presentimento anima le loro menti antiche : sentono che non sarà sufficiente chiudere il valico per l’inverno, non basterà a proteggerli dalla barbaria. Provo vergogna per gli stupidi turisti giapponesi ,  non sanno che gli unici batteri presenti nella zona sono sulla loro pelle , portati lì dall’isola natia e che forse dovremmo usarle noi le mascherine … si ma agli occhi per non vederli più ! per fortuna non restano , rientrano a valle …si tolgono di torno .Hurrà possiamo passare ancora una notte sotto le stelle a raccontarci di favole e ideali, vivendo quel tempo come il nostro sogno migliore.

                                

                                        Kabul:si dorme nel trullo

Al ritorno da Bandi-Amir arriviamo a Bamiyan a tenebre calate e non abbiamo più la fortuna di occupare la camera privata , qualcuno è già arrivato da Kabul e ne ha preso possesso. Resta il camerone arredato solo con tanti tappeti che ricoprono interamente il pavimento, chiedo dove posso appoggiare le mie cose e mi indicano con un segno : ovunque in quella stanza. Mi allungo lungo una parete e non ho difficoltà ad addormentarmi…ma vengo svegliata un ora dopo: devo spostarmi ! “ovunque” significava si ovunque ma con la testa appoggiata alla parete e non tutto il corpo ad occupare quattro posti !!! Che vergogna ! La solita mentalità occidentale che non si preoccupa di eventuali altri ospiti. Gli afghani  ridono della mia presunzione.

       Due giorni prima il 20 agosto 1976 mi ero svegliata nello stesso hotel con una forte sensazione di angoscia, così forte che avevo dovuto indossare i miei vestiti nella camera dal gran letto bianco e  uscire nell’alba incipiente , attraversare il campo fiorito di patate e , sospinta da una forza invisibile , arrampicarmi fino alla sommità sopra il Buddha Avara. Là , seduta alle prime luci dell’alba,un pianto irrefrenabile mi aveva scosso così dal profondo da non credere di farcela a sopportarlo.Era qualcosa di ancestrale , di inspiegabile, piangevo tutte le mie lacrime con una percezione di vuoto dentro, di profondo dispiacere, un dolore irrimediabile…Solo al ritorno dal Pakistan durante la sosta a Londra , al ristorante San Lorenzo, Mara Berni nel farmi le condoglianze mi informava che quel giorno aveva perso la vita mia sorella Ala, Halina Zalewska , nata dal primo matrimonio di mia madre e della quale portava lo stesso nome. Ala per me , fin da piccola tanto amata, aveva perso la vita in un incendio, doloso forse, nella sua casa in vicolo del Porto a Trastevere dove abitava proprio sopra la casa di Marcello Crisi, il pittore che aveva ospitato Paul Getty Junior prima del suo sequestro. Ma questa è un’altra triste storia che non mi sento di trattare ancora…era finito un passaggio su questa terra , solo questo contava. Ala non era più.Ala non è più vicina a me.

                               

      Mia sorella Halina Zaleska , Ala

  

Mi tornavano alla mente le parole dei poliziotti di Carachi , prima della nostra partenza per Londra  in una visita privata nella camera del nostro albergo,mentre  sequestravano lo stereo imbottito di buonissimo afgano con il quale Giorgio intendeva realizzare i suoi progetti , lo intimidivano dicendogli che l’indomani all’aeroporto sarebbe stato peggio : lo avrebbero arrestato…ma con lui anche io avrei fatto la stessa fine , gli ricordavano come le prigioni pachistane fossero famose per essere luoghi spaventosi dove un “Angel” come me non sarebbe sopravissuto. “She is an Angel , an Angel” e lui non doveva , no non doveva sottopormi a quel rischio, doveva ricordarlo per sempre      Angel  ”…presero anche la Nikon all’Angel , però…

    La vita a Carachi era proprio simile alla nostra immagine dell’inferno, tanti troppi miseri e storpi mendicanti nei mercati, alcuni combinati tra loro per poter sopravvivere : una donna senza gambe portata in spalle da un uomo senza braccia…Terribile accorgersi come la stessa medicina all’avanguardia da noi fosse così lontana dalla realtà del popolo pachistano, cornacchie e fango, morti avvolti nei teli sulle strade e tanti scarafaggi ovunque.

    La nostra camera al piano attico dell’albergo aveva un lucernaio sul corridoio e sotto un bidone appoggiato alla parete…serviva a spiare i momenti intimi degli occidentali infedeli..loro invece…Bastava aprire la porta per vederli sparire proprio come per gli scarafaggi che si infilavano negli scarichi del nostro allucinante bagno alla turca  privato.

  Non credo tornerò mai più  a quella miseria e non mi sorprende l’esito attuale di quel paese sconvolto già allora dall’ ignoranza. A Quetta appena passato il confine afghano ,  una sbarra collocata in mezzo al deserto,   tiravano le pietre dietro al nostro passaggio perchè ci tenevamo per mano… Solo gli uomini potevano camminare tenendosi per mano…

   Credo proprio sia stata la mancanza di ogni forma d’amore a trasformare una popolazione in integralisti così carichi di odio verso se stessi da riversarlo contro i propri simili. Non c’è niente di peggio dell’ignoranza, dell’ottusa chiusura in dogmi . Povera gente! Un augurio per il popolo afgano : che possa ritrovare gioendone le sue origini e ripercorrere la sua vita come in passato , come in quel lontano agosto del 1976.

                                

                                 Kabul era un Paradiso

                                      

                                                             

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