Oggi ho alzato il calice brindando per la ….seconda….quarta…..forse settima volta alla vita riconquistata…!!! Quante volte ho rischiato di perderla, di non portare a termine il percorso che mi sono prefissata di fare nascendo….
Quando veniamo a questo mondo lo facciamo senza memoria o meglio al momento della nascita scordiamo le nostre scelte per poterle attuare più liberamente. Sono convinta del nostro ruolo di protagonisti nella vita, di come noi stessi scegliamo l’ambiente dove nascere , i nostri genitori …alla ricerca degli stimoli che ci faranno evolvere in questo passaggio. Come paracadutisti sappiamo dove e perché vogliamo atterrare, l’obiettivo da raggiungere insito nella nostra volontà….ma nulla possiamo contro il vento …il caso che , irrazionale forza di questa terra , soffia dall’inizio minando il nostro divenire , creando situazioni che ci allontanano dalla meta , deviano il corso , quasi una ulteriore sfida alla nostra riuscita.
paracadutisti …… basta sapere dove atterrare
Ne abbiamo la percezione…sappiamo che qualcosa di negativo sta per accadere…ma spesso non siamo pronti a porvi rimedio e ci infiliamo con tutte le scarpe in quella trappola tesa dal nostro destino.Dovremmo riuscire a tradurre in azione i segni che giungono alla nostra coscienza , senza limitarci solo ad osservarli. A poco conta dopo un incidente dire “sapevo che stava per capitare”…bisogna imparare a fermarsi sul ciglio della strada immediatamente e cambiare atteggiamento, proprio come i piloti delle frecce tricolori : devono saper tradurre il pensiero in azione alla velocità del suono, non è facile ma c’è chi ci riesce.
top gun
Io ,invece , predico bene ma razzolo male…se fino ad oggi non sono ancora riuscita a fare un migliore uso delle premonizioni….Così ogni volta che riesco a ricuperare il mio percorso dopo aver passato la sofferenza della malattia , dell’incidente occorsomi alzo gli occhi al cielo per ringraziare di avermi fatto sopravvivere a quella prova che, a ben vedere , potevo tranquillamente evitare se solo mi fossi fermata…. ringrazio…. di poter essere di nuovo in grado di continuare la mia ricerca , so cosa devo imparare …ma non riesco ancora !
Sono solo immensamente felice di vivere in quest’epoca che mi permette di porre rimedio a quegli ostacoli che in un altro momento storico mi sarebbero stati fatali ,di poter condividere la velocità negli spostamenti, l’immediatezza della trasmissione delle idee , di poter usare una tecnologia, almeno nelle nostre città , davvero al servizio dell’uomo.
Perciò credo di avere scelto il momento giusto per effettuare il percorso della mia esperienza su questa terra , ho tutte le possibilità per portarlo a termine e alcuna scusa per desistere….controllerò di essermi allacciata bene i sandali e ora : coraggio…. non posso più tirarmi indietro!
1970.A diciassette anni la vita mi arrideva in hot pans preparandomi trappole e tranelli ad ogni piede sospinto nell’attraversarla…
locandine del film
Dovevamo raggiungere a Londra la troupe del film diretto da Lucio Fulci :” La lucertola con la pelle di donna” , nel cast Florinda Bolkan attrice brasiliana dai tratti maschili , il solare francese Jean Sorel , la teutonica liberale Anita Strindberg e la mia splendida amica veneta Silvia Monti.
Silvia al Carnevale di Venezia
A Roma avevamo girato alcune scene di interni con il grande Carlo Rambaldi, l’inventore di Et e Alien, creatore degli effetti speciali sia nei film voluti da Andy Wharol e diretti da Paul Morrissey che nei film di Mario Bava “Reazione a catena – Ecologia del delitto” con il quale avevo girato , all’inizio della mia carriera, il giallo di Agata Christie “Cinque bambole per la luna d’agosto” con William Berger e Ira Furstemberg.
Agli studi Dear a Roma
Nel film di Lucio Fulci il direttore degli effetti speciali doveva dare vita agli incubi di Carol, Florinda Bolkan, che attuava un omicidio perseguitata da sogni di putrefazione e morte, nei quali riponeva la speranza di un alibi perfetto , proprio come la protagonista omonima del cult movie Repulsion di Polansky .
Screaming Pope di Francis Bacon ( Papa Innocenzo X)
Carlo Rambaldi aveva creato immagini alla Francis Bacon per dare vita a quegli incubi propiziatori di morte in cui il vero orrore era dato dai corpi straziati e putrefatti dei familiari di Carol , così come lei li vedeva nel sonno , esplicita metafora del marciume sociale che questi nascondevano dietro le loro sembianze, marciume così diffuso che non mancava di debordare anche nella realtà stessa. Interpretando nel film il ruolo della figlia di Carol ero presente nelle scene degli incubi….non potrò mai dimenticare l’orrore provato nel girarle….Carlo Rambaldi aveva predisposto negli stabilimenti Dear un set con delle sedie altissime, le gambe erano alte più di due metri , mi avevano fatto arrampicare su quella specie di impalcatura per poi riempirmi le mani di budella putrefatte…..la macchina da presa sottostante doveva riprendere l’orrore che trapelava dal mio viso mentre pezzi di frattaglie rovinavano di sotto….Avevamo già girato due buoni ciack ma Fulci si era fatto prendere la mano e desiderava tenermi ancora un po’ in quella scomoda posizione,quasi volesse farmi pagare il mio stato sociale , assimilandomi al personaggio del film a tal punto da farmi provare anche nella realtà la stessa repulsione insita nella parte. Lo avvisai educatamente che non avevo intenzione di sopportare , oltre il lecito , quell’incomoda posizione. Ma lui sembrava apprezzare ancora di più il mio disagio e insisteva per lasciarmi ancora in cima a quella sedia da incubo con le mani colme di quelle maleodoranti interiora…….se le ritrovò tutte addosso……in un impeto di ribellione , che contraddistingue profondamente il mio carattere, gliele avevo scagliate tutte contro….alla fine della ennesima ripresa…. Ricordo lo sguardo complice delle maestranze che , pur non potendo esprimere liberamente la loro accondiscendenza al mio gesto , ne condividevano in pieno l’autonomia .
Francis Bacon nel suo studio
Misogino Fulci per eccellenza in quel periodo sociale si trincerava dietro l’alibi intellettuale puntando il dito accusatore verso un sistema del quale egli era , per primo , un servo perfetto…..Purtroppo incriminando i singoli non si migliora la società , si creano solo innocenti capri espiatori , meglio sarebbe cominciare l’opera di innovazione con una bella e vivificante introspezione….ma all’epoca non c’era ancora la cultura di riconoscere se nell’altro….Nessuno pensa al trauma psicologico sofferto dal piccolo Isacco nel momento in cui si rende conto che il padre vuole offrirlo in sacrificio , innocente tra gli innocenti , deve subire quell’abuso morale in nome dell’altrui crescita intellettiva. Alla fine poco vale il fatto di non essere sacrificato …lo restituiscono alla vita sconvolto, privo di ogni senso morale , di ogni capacità di discernimento tra il bene e il male…. traumatizzato a vita…..salvato da un povero agnello immolato al suo posto.
Il sacrificio di Isacco (1590-1610) Caravaggio (Michelangelo Merisi da Caravaggio) Galleria degli Uffizi Firenze
Ma aveva senso sacrificare comunque ? Non era meglio tornarsene tutti a casa con le mani pulite a dimenticare la follia di quel giorno ?!?…Con il tempo avrebbero cercato di capire intuendo forse una morale migliore !
.Nel viaggio verso Londra per il prosieguo delle riprese esterne , durante il fine settimana, avevamo fatto sosta a Parigi . In quell’occasione con Silvia, la sorella Renata e suo cugino Bali eravamo andate a mangiare les Huitrès Belon al Relais del Plazà….mai mangiare ostriche a fine stagione…mai a fine settembre….ne ricavai una fulminante “epatite A” che mi colpì nei primi giorni della lavorazione del film in territorio inglese. Non potevo curarmi adeguatamente allo Strand Palace Hotel , senza mettere in quarantena tutta la troupe, così adottai una ferrea dieta in bianco per tutto il periodo della lavorazione…andavo a mangiare tutti i giorni in un ristorante italiano , il San Lorenzo in Beauchamp Place , assistita amorevolmente nei pasti, tanto allora come oggi , dagli amici di Franco Rapetti , Mara e Lorenzo Berni .Si perché Londra è una bellissima città …ma il piacere di sedersi ad una tavola italiana è da sempre per me ineguagliabile…
Londra Beauchamp Place
A riprese finite quando mi imbarcai sul volo per Milano si creò il vuoto intorno a me, gialla come un limone , avevo spaventato tutti i passeggeri che si tenevano a distanza di sicurezza….Ricordo ancora la sera del mio arrivo lo stupore misto ad orrore del viso di Rocky quando mi aprì la porta del suo appartamento a San Babila…! Svaniti come per incanto i ricordi della bella estate passata insieme in Sardegna prima dell’inizio delle riprese londinesi : liberi , felici , con tutte le possibilità per potersi godere la vita ,io senza un centesimo in tasca “as usual” , ma ospite di tutto da Rocky sul suo piccolo cabinato a motore, con tanto di marinaio e capitano , ormeggiato a Porto Cervo ! In quella estate del 1970…fungeva da base per le nostre scorribande estive , ospiti pochi , viste le ridotte dimensioni : solo io e il suo amico “il Gorla”, assiduo frequentatore come tutti noi del mitico Derby Club di Milano dove in quegli anni si formava l’intramontabile ironia dei”Gatti del Vicolo dei Miracoli”…. come dimenticarsi di Jerry Calà, che affrontava il pubblico spedendo il proprio complice sguardo in avanscoperta o Umberto Smaila , Umi con il suo imperdibile sarcasmo , maturato in virtù della propria ironia e delle piccole nevrosi , che da sempre coltiva amabilmente come i vasi del suo giardino,…con la capacità insita a leggere e a raccontare l’ironia della vita.
A bordo occupavo il letto superiore della cabina, mi piaceva la mattina svegliarmi accaldata in quelle bianche lenzuola, intravedere dall’oblò il bagliore del giorno riflesso nell’acqua , provare l’immediato desiderio di un tuffo in mare, un ricongiungimento naturale della vita attraverso i suoi elementi.
Costa Smeralda
L’acqua che ti avvolgeva come nell’utero materno, ti sosteneva privando il tuo corpo dal peso terreno, lavando via tutti i sogni cattivi, l’acqua… mi rendeva felice….Il capitano portava il piccolo yacht ogni giorno in una baia diversa, doveva farlo con molta discrezione se riuscivamo a svegliarci solo a manovre avvenute , quante volte , in cuor mio , ho ringraziato per quel miracolo rinnovato….Alle volte mi piaceva calarmi nel letto di sotto , mentre ancora il mio ragazzo dormiva , accarezzare il suo corpo con morbidi gesti che lo invogliassero al risveglio , lo baciavo nei punti più sensibili lasciando ai miei biondi capelli il compito di sfiorare i suoi addominali….le mie labbra lo riempivano di baci svegliando il suo desiderio…allora lo baciavo sulla bocca …invogliandolo a prendermi. I nostri corpi accaldati scivolavano uno sull’altro, amavo sentire la pressione delle sue mani sulla mia pelle mentre scioglievamo il nostro desiderio nella calura del mattino…In piedi mi appoggiavo alla cuccetta inarcando il fondo schiena e , sbirciando nello specchio della porta, cercavo di vedere la sua figura mentre mi faceva sua…era molto eccitante guardare la nostra immagine riflessa….intravedere gli attimi di piacere intenso apparire sui tratti del suo volto…con le sue mani posate sui miei fianchi…rubare con gli occhi il momento del piacere finale…Soddisfatti insieme correvamo fuori a buttarci a candela nel mare trasparente, ancora saturi di amore, colmi della vita uno dell’altro , per poi riaffiorare rinati dall’acqua a cominciare un nuovo giorno d’estate…Il sale sulla pelle in minuscoli bianchi cristallini ci faceva sentire felici di esistere senza null’altro desiderare!
Trasparenze rigeneranti
Cerco un centro di gravità permanente.Rocky sapeva come fare : diceva di potermi alzare con due dita senza apparente sforzo…incuriosita una sera seguii le sue indicazioni : mi spogliai nuda, lui mi sollevò facendo leva sul mio baricentro naturale , mise due dita dentro di me e il pollice all’esterno…così riusciva ad annullare il mio peso corporeo e a lanciarmi nell’aria….Sorridevo all’idea che …lì, proprio lì …non c’era il vincolo della gravità terrestre, la mia passerina poteva essere resa leggera come l’aria, poteva farsi portare in cielo ogni volta che voleva …quanto entusiasmo in quel pensiero…!
Leggera come una nuvola
..Ma in autunno , al ritorno da Londra la situazione era diversa : le transaminasi a 1500 imponevano un immediato ricovero così .una clinica a Roma aprì i battenti e li richiuse sulla mia persona per più di un mese ! Restai distesa e isolata per trentatre giorni con una fleboclisi costantemente attaccata al braccio…
Franco Rapetti:il mio love tutor
Franco Rapetti veniva a farmi visita ogni due giorni , a novembre intorno alla ricorrenza dei Santi e dei Morti , mi aveva portato in omaggio un bellissimo vaso di crisantemi gialli, non finivo di prenderlo in giro per quel dono inopportuno …Allora Lallo Palma per rimediare portò un quadro dipinto da lui con tre rose gialle sbocciate alla vita…..
Nonostante gli amici mi coccolassero non vedevo l’ora di uscire , di porre fine a quella tortura di immobilità A casa avevo la mia stanza che mi aspettava nel suo nuovo look : avevo fatto dipingere le pareti di marrone , adagiare per terra una moquette scura e avevo chiesto a mia madre di farmi rivestire il letto nello stile francese con un tessuto di cotone color giallo grano, un grande cuscino ovale appoggiato alla parete lo faceva sembrare un canapè ….Finalmente dimessa ricordo ancora il disagio provato nell’attraversare la strada , nel trovarmi in mezzo al traffico , alla gente…..quell’isolamento allungata immobile nel letto per così tanto tempo aveva minato il mio equilibrio….mi sentivo sopraffatta dal movimento …debole ad affrontare la vita eppure desiderosa di tornare a vivere.
Un invito a passare le vacanze di Natale a St .Moritz .giunse a proposito ! Tutto il gruppo di amici romani si sarebbe spostato in blocco nelle stanze degli sciatori all’ultimo piano del Badrutt’s Palace Hotel , più economiche ci permettevano una permanenza più lunga occupando fra tutti un intero piano che avremmo pensato a trasformare nel luogo ideale per una festa continua….
Badrutt’s Palace Hotel
C’erano Ruy e Leonello Brandolini , Manfredi Geraldini, Felix Jordan, Caroline Michard Pelissier, Peter Bemberg, più tutti quelli …più fortunati…. finiti ospiti nelle ville di amici o nelle proprie : Gloria ed Enrico Pasquini , Lallo Palma, Edoardo Agnelli…
Tra Monsieur Badrutt e Caroline Michard Pellissier
Il Badrutt’s Palace Hotel aveva tutto quello che si poteva desiderare: piscina , sauna , discoteca , sala giochi …..e proprio , giocando a ping pong , fui oggetto di uno scherzo macabro….Lallo si era innamorato di me e ,non corrisposto , aveva cominciato ad esternarmi la sua gelosia per le attenzioni che prodigavo a Ruy…ripetendomi più volte che il suo sangue era siculo e per tale motivo dovevo fare attenzione a come mi comportavo….
“..Tu chiamale se vuoi…emozioni…” le parole di Battisti riempivano le nostre passeggiate nella neve immacolata venando di romanticismo ogni volta che le nostre vite si sfioravano…mi stavo innamorando dell’allegria di Ruy, della sua capacità di essere superiore alle bassezze del mondo quasi non le vedesse neanche, in nome di una filosofia che imponeva , pur non ignorandole, di sorpassarle alla ricerca di una vita migliore di un savoir faire perfetto… Dopo il primo bacio dato nel corridoio dell’albergo, restai tutta la notte ad accarezzarmi le labbra ,.mi aveva baciato lì , stretta contro il muro, senza troppe parole mi aveva fatto sentire sua ….ed io mi ero innamorata…
Lucio Battisti riflette la sua arte
A Lallo questa unione non andava davvero giù…ai pranzi ero sempre seduta vicino a Ruy e appena potevo scappavo in camera sua a raggiungere i giochi che mi facevano appassionare così tanto !
…Un pomeriggio mentre stavo giocando una partita di ping pong a quattro…Lallo mi chiese di parlarmi da sola : “Okay” dissi e mi spostai verso le scale di legno ai lati della sala da giochi , lui rimase in piedi di fronte a me seduta sul secondo gradino. Le mani in tasca , gambe divaricate , atteggiamento strafottente….non promettevano nulla di buono…. “Ely , tu sai come io sia preso da te ” esordì e “piuttosto di vederti tra le braccia di un altro ,io sono pronto ad un gesto estremo” ….Tirò fuori dalla tasca destra una pistola e sparò un colpo a distanza ravvicinata , un sibilo assordante nelle orecchie , capii di essere stata colpita…di essere morta….ma ….non morivo …!!! Passai la mano sulla fronte…solo allora aprii gli occhi per vedere se c’era sangue….no , non ce ne era….Fu allora che vidi Lallo sconvolto dalle risate piegarsi in due per lo scherzo riuscito….
Brindisi brindisi costanti alla vita ritrovata, con il cuore ogni volta più appesantito dalle esperienze vissute , ma sicuramente leggero e felice di essere più vivo di prima… libero di percepire ancora emozioni…
brindisi “chez moi”
“guidare a fari spenti nella notte per vedere se è così difficile morire “no , non c’era bisogno di Battisti per capire , da sola , quanto era facile perdere la vita….un attimo e si poteva non essere più lì…tutto inutile…il vuoto…negata la possibilità di continuare…”I wish i had time”….tempo da vivere , da vivere meglio ….per potere essere finalmente e poter godere della vita.…amando gli altri come speculari se stessi senza sottoporli mai e per nessuna ragione a ciò che non vorremmo capitasse a noi…..
…Chissà se negli anni Lallo sarà riuscito a capirlo…
In una limpida mattina con il sole che rendeva ancora più cangiante la neve Ruy , io e Manfredi con la sua macchina ci mettevamo in viaggio per Vistorta di Sacile…felice ed innamorata ascoltavo ancora ancora e ancora Lucio Battisti diffondere le sue emozioni dallo stereo dell’auto…..
Una risposta
Buonasera, perchè non pubblicare altre memoires sul Rapetti? Sugli altri Italiens l’anedottica è un po’ più prodiga infatti.
Cordialmente, Maurizio