Dalì,le donne: i cassetti della memoria ancestrale

Con Massimo Buscaini e Bedy Moratti una sera a Parigi a cena da “Chez Maxim” non si era davvero soli ,  al tavolo al nostro fianco Amanda Lear e Salvador Dalì attiravano l’attenzione per il solo fatto di esistere. 1972.

   
Il genio di Dalì                              …. con Amanda

http://www.salvador-dali.org/
Uno nessuno e centomila : possedere tante personalità quante gli altri ce ne attribuiscono. Rinnovarsi costantemente ripescando nei cassetti della memoria ancestrale…mascherarsi per essere liberi , alla fine , di essere nessuno. Anche Tefnut , nell’antico mito egizio della nascita della conoscenza , giunge a noi mascherata da leonessa…la indossa al fine di non fare conservare il potere identificandolo in qualcuno , è libera quando la toglie di tornare ad essere nessuno e tutti.

                                                    Autoritratto
Avida Dolares , come Andrè Breton il poeta del surrealismo aveva soprannominato Salvador Dalì , aveva viso esotico quasi da gitano divorato da grandi lampeggianti occhi neri catalani, baffi quasi dipinti impomatati all’insù…elementi che causavano una indubbia attrazione e non si riusciva a distogliere lo sguardo dal genio e dalla sua bellissima androgina compagna….si diceva che fosse in realtà un uomo…nulla di più accattivante per l’epoca di trasgressione nella quale si era proiettati.

                                             Nudo senza…. ombre
Amanda , femminilissima , aveva mani lunghe filiformi, mise da modella e un timbro di voce inaspettatamente maschile, forte, avvincente…la sua risata scuoteva ed appagava…e il fatto di essere ospite del grande genio del surrealismo la rendeva ai miei occhi sublime… avrei pagato oro per essere al suo posto, per far parte di quel mondo onirico dove il tempo non esiste. A ben rappresentare questo concetto basta ricordare opere  come “la persistenza della memoria” dove raffigurando orologi molli Dalì  ci riporta alla mente una dimensione senza tempo sospesa nella perfezione dei colori e del solo spirito .

                                   Dalì: Antropomorphic Cabinet 1936
Che dire delle tante Veneri i cui corpi si aprono a cassetto…venerazione per la madre Felipa Domenech scomparsa precocemente e della amata sorella Annamaria…sicuramente venerazione delle donne che hanno dentro di se la memoria ancestrale. L’estrema conoscenza torna alla vita  nella stimolazione sessuale , quando spoglie da ogni involucro… nude, il loro corpo, stimolato dal desiderio ,  finalmente cede informazioni , apre i cassetti  offrendone il contenuto e così amplia le possibilità della vita.

http://www.salvadordali.it/intro.html
una gallery delle sue opere

                                             Il grande amore: Gala e Salvador
Un genio Dalì che non è morto. “Dalì non muore mai ” parafrasando  ciò che egli disse all’amico autista  Arturo Carmineda , prima della fine della sua esperienza su questa terra, nel 1989 riferito alla amata e compianta musa ispiratrice Gala, a cui  Amanda aveva saputo succedere con onore.

          Dalì: The Persistence of Memory 1931…. Il tempo per Dalì è un ricordo
Orologi molli…solo un genio della ricerca come Salvador Dalì  poteva idearli in quella dimensione  dove la memoria del tempo è solo ricordo…. Penso a come ci si sente appagati quando il tempo cessa di esistere almeno virtualmente, credo intimamente di non vivere né nel mio passato né nel mio futuro, di possedere soltanto il presente ed è il presente che mi interessa, la coscienza di poter decidere cosa fare  di questo tempo che ci viene concesso. So di non potere cessare di essere ma devo ricordarmi di essere ora e solo ora…il tempo allora diventerà orizzontale , cesserà di precipitare , e noi , privati finalmente del desiderio del dopo, contempleremo l’oggi, l’ora , l’adesso e …forse …riusciremo  ad arrivare alla comprensione che alla fine di questa esperienza  e , per i più fortunati , anche durante c’è la luce.

                                         Dalì: Le Christ de Sain Jean de la Croix 1951
Nell’opera del 1951 “Le Christ de Saint Jean de la Croix”  Salvador Dalì porta avanti la ricerca della quarta dimensione…quella senza fine né tempo né luogo e compone una ipercrocifissione ipercubica, il cui termine matematicamente definito è “tesseratto”. Dalì aggiunge sulla linea la bidimensione del quadrato, su questo la tridimensione del cubo per aggiungervi ancora la quarta dimensione dell’ipercubo dando vita così all’immagine di un Cristo planetario.

                                      Mirabile prospettiva del Mantegna
Partendo dall’opera del Mantegna “Il compianto del cristo morto”, massima espressione della prospettiva tridimensionale, raggiunge l’impossibile evocando l’universo con la quarta dimensione atemporale.
A Roma in Galleria Colonna , in un caldo inizio ottobre del 1999,  visitando con la mia amica Cristina , Cri  la bellissima esposizione di Dalì, restiamo in ammirazione di fronte ad alcune delle sue sculture più simboliche : dal divano che raffigura le labbra sensuali di Mae West all’orologio mollo simbolo del ricordo del tempo in una dimensione che ne è priva.

      
Orologi molli                          Cri davanti alle labbra di Mae West
Salvador Dalì è tutto e il contrario di tutto
.

                                   Dalì: La Tentation de Saint Antoine 1946
Architetture atemporali che ricordano il Giorgio De Chirico metafisico…devo approfittare del tempo rimasto per visitare la Fondazione De Chirico a Piazza di Spagna.
A destra della scalinata , entrando nel civico  numero 31, percorsi pochi passi  nello stretto bianco e marmoreo androne ci si imbatte con piacere nella scultura senza tempo di ” Ettore e Andromaca”, Ettore indossa la maschera che toglierà solo nel saluto al figlio, in un gesto di estremo rispetto simbolo dell’amore paterno che si priva delle proprie difese . Un ascensore  porta agli ultimi piani dove una visita guidata fa rivivere, lungo un percorso segnato da una stuoia rossa e bianca ,  le stanze della casa del grande pittore metafisico Giorgio de Chirico…rimaste nel loro stato inalterato sin dal momento della sua scomparsa, con gli autoritratti del pittore che riempiono la parete ( in uno compare nelle vesti di Velasquez , suo artista favorito) .

                                           Giorgio De Chirico : Autoritratto
Le opere accompagnano emotivamente  i visitatori sino al piano superiore , alla camera nuziale  e alla stanza dove riposava da volontario eremita arredata  in stile sobrio quasi francescano, sino a giungere al suo studio con lucernaio preposto ad ottenere la luce perfetta , l’illuminazione senza ombre…Gli strumenti per creare , le polveri per fabbricare le vernici dei suoi grandi quadri sono ancora lì…in ordine sparso mortai, piombi, pestelli, cavalletti, pennelli, sugli scaffali qualche bottiglia di vetro fuso su se stesso , sicuro ricordo di mercatini inglesi anni 70, manichini anatomici e un Big Jim, silente modello,dal quale copiare le muscolature perfette e…atemporali ! Quanta sensualità c’è in quella sua ricerca  per la trasposizione su tela della propria conoscenza…nel ricercare il viatico utile, adottarlo e …come un amato bene , farlo infine coccolare dai colori , dai materiali nella creazione dell’opera.

                                          De Chirico: Ettore e Andromaca 1938
Sono eccitata da un contatto così ravvicinato con l’intimità del Grande Maestro, so di avere imparato ancestralmente qualche cosa di nuovo, anche se non so ancora cos’è…è lì ormai indelebilmente  presente nel mio intimo e so di riuscire presto a portarlo alla luce , di dargli anche io, prima o poi , forma e vita.

                                                      Mi riposo vicino ai Cavalli del Maestro
Nelle visite agli antichi luoghi di conoscenza  egizi ( dal lessico della  nostra cultura identificati dalla parola templi) i gruppi di turisti entrano a frotte contraddistinti da una moltitudine multirazziale, viene da chiedersi cosa possano recepire,  in quella confusione , dell’antico messaggio affidato alla pietra millenaria e …invece …quando escono …tutti , a loro insaputa, sono impercettibilmente diversi. La loro attenzione , catturata da un simbolo impresso nella pietra da millenni ha parlato al loro cuore  e la loro conoscenza è mutata in maniera incosciente, si è risvegliata a quello stimolo, al magnetismo della pietra che ha cambiato qualcosa evolvendolo impercettibilmente. Il testo affidato al simbolo della pietra è un libro che scrivi leggendolo, il pensiero sorge spontaneo quando sei pronto  , senza la violenza della parola, senza alcuna induzione. Tutto ciò rassicura sul nostro essere e fa sperare….

Uscita nell’ancora caldo sole romano …corro dalla mia amica per cercare di dividere momenti più terreni, prosaici ma non meno appaganti e goderecci  : che dire di un buon “supplì”e un “pomodoro al riso” in via della  Scrofa  e contestuale  incontro con la sora romana fioraia….

                                              A Roma in via della Scrofa
Ci gustiamo la mozzarella filante del supplì e i capperi del pomodoro ripieno di riso caldo soddisfando il palato e lasciando riempire tutti i nostri sensi da quegli aromi e da quei sapori tipicamente romani…mi piace viaggiare con Cristina…assapora e si entusiasma di tutto…è così aperta alla vita che la vita le si apre davanti spontaneamente.

                              Con Cristina sulla scalinata di Piazza di Spagna
Vive in un modo così libero che credo di avere molto da imparare da lei….dalla sua capacità a lasciarsi andare, a farsi coinvolgere dalle emozioni immediatamente, a prendere fuoco in un secondo…quando io impiego un anno luce a realizzare come e quando si può godere…sarà colpa della mia luna in vergine , ma davvero all’inizio ho una attitudine troppo razionale che , per fortuna , muta a motore caldo ! Insomma la semplicità è il mio miraggio, l’immediatezza nell’assaporare il piacere fisico la mia meta…cose che per Cristina sono all’ordine del giorno !

                                                   Cri alle Galapagos

A Cap Ferrat  in una calda serata di fine estate di due anni fa avevo chiesto a Cristina e al suo fidanzato di raggiungermi nella casa prospiciente la baia di Antibes  di proprietà di mio cugino svedese Christopher. Sulla collina della Paix , sotto Mont Baron, dove la vista fa perdere il fiato, sul terrazzo all’ultimo piano una esagonale vasca Jacuzzi  permetteva di godersi un idromassaggio sotto le stelle sorseggiando ottimo Champagne….Così la sera , dopo cena, siamo tutti in acqua a farci titillare i sensi dalle bollicine …una sapiente illuminazione ,da sotto le piante e da dentro la vasca , consente  di intravedere ciò che serve  e lascia spazio alla luna di ammaliarci ancora di più , se possibile…

                                 Accappatoi lunghi fino a terra …introvabili in Europa!
Mio cugino ci ha fornito di accappatoi lunghi sino a terra , newyorchesi, splendidi…Cri sembra Cucciolo…lo toglie e si infila nella vasca , nuda tra le braccia del suo amore…mio cugino ed io ammiriamo l’intrecciare dei loro corpi , forme che si lasciano intravedere tra lo scoppiettio delle bolle d’acqua calda…ogni tanto le estremità si incrociano , ci si sfiora leggermente aumentando i propri desideri. Loro …liberi da tutto , continuano ad amarsi…mio cugino tenta un approccio ma non mi sento attratta da lui e dall’idea di …un probabile incesto !

                                Mio cugino svedese Christopher von Shirach- Szmigiel
A malincuore  soprassiedo dall’unirmi a quella gioia comune, con una scusa esco dalla vasca  e scesa nella mia stanza resto da sola nel mio letto a rievocare le immagini di quei corpi che godevano della vita intrecciandosi nell’acqua. Non ho avuto coraggio di unirmi a loro, temendo di incrociare nell’intimità la mia vita con quella di mio cugino…mi chiedo:e se fosse stato più accattivante ? Forse allora avrei perso la razionalità per gustarmi un po’ di carnalità? Mi sarei abbandonata anche io al piacere , avrei superato il tabù dell’incesto se il mio senso fosse stato stimolato dalla vista di qualcosa a cui  non ci si può negare ? E’ poi  così giusto rinunciare ad un piacere per non disattendere un tabù ?  …su nella vasca non se lo chiedevano impegnati come erano a godersi la vita…Mio cugino avrebbe tentato di unirsi a loro sul tardi, gentilmente respinto sarà finito a chiedersi le stesse cose che mi chiedevo io ?

                                    Dalì: Le Grand Masturbateur 1929 

                                               

Bisognerebbe sempre abbandonarsi al piacere, vivere senza preconcetti…alle volte vorrei proprio  non sapere chi mi sta rendendo felice , liberando la mente e il corpo al piacere…
Una mano mi sveglia nella notte: “Eli , dormi?”
Si purtroppo Eli ha rinunciato quella sera a farsi amare …in nome di cosa non si sa…ma ormai è tardi per tornare indietro e le decisioni prese non è detto che siano sbagliate…sono coerenti in quel momento con la mia natura e …questo è quanto basta.
Bonne Nuit , chèrie…

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