Futura

Mi  piace imparare ogni singolo istante della  vita e spesso è il caso a permettermelo, ad infondermi quell’ispirazione che è madre di tutte le idee.
Mentre nella contemplazione prevale il silenzio, l’assenza totale del pensiero, l’acquietarsi dell’io e dei suoi incessanti desideri… così nella confusione dello svolgersi della vita si può essere spettatori di formidabili insegnamenti piovuti “così per caso” alla nostra attenzione e che bisogna avere la saggezza di riconoscere e adattare alla nostra persona. Per questo motivo tengo sempre tutti i sensi all’erta  specialmente quando mi trovo ad un bivio nel mio cammino cercando di farmi guidare da quella forza interna che tutti abbiamo…ben celata ma pronta a far udire la sua voce!

                                         Tramonto di fine luglio a Calarossa

Così “per caso” sono stata ribattezzata “Futura” e sono ora già tre estati che questo solare appellativo convive con me. Mi trovavo in Sardegna sulla costa speculare alla Corsica , a Calarossa per passare qualche giorno di ferie in quell’ambiente incontaminato e selvaggio , dove la natura è sovrana, la terra madre respira ancora aliti antichi e la fauna riesce a sopravvivere all’uomo.

                    Alberi abbattuti dal maestrale sopra la baia di Calarossa

Ricci, stelle marine, patelle, polipi e pomodori di mare nell’acqua trasparente sino a riva, bisce cinghiali e falchi pellegrini sulla terra …il tutto condito da formiche e vespe a volontà…Impossibile mangiare all’aperto in un tramonto di luglio un carpaccio di pesce spada o dei gamberi crudi pescati all”Isola Rossa senza essere assaliti da una divisione aerea di pungiglioni…unica alternativa preparare un piattino anche per loro…posizionarlo a qualche metro di distanza e lasciarle indisturbate padrone di una parte di quella leccornia!

Per non parlare delle voracissime amiche di Dalì: una fotografia ne ritrae una che sta trasportando un pezzo enorme di pane Carassau ( carta musica )…formichina felice !

                               Durante una tempesta di  maestrale

Un paradiso da rivivere ogni anno a piedi nudi memori del fatto che il nostro mondo è occupato (leggi : popolato) dal 10% dall’uomo ed il resto appartiene alla natura e alle sue innumerevoli specie. Siamo noi gli ospiti in quella variegata moltitudine anche se spesso ci comportiamo impropriamente da padroni e pretendiamo il nostro posto al sole a discapito delle altre razze.

Clicca sul sito:

http://www.infolav.org/nn-home-page-ie.htm

per fermare la barbara uccisione dei piccoli inermi di foca, firma la petizione on line

                          Si lascia la riva con la canoa

Alla fine della vacanza estiva quando ormai si era rimasti quasi soli a partecipare quelle meraviglie, in una mattina assolata Lucia ed io avevamo raggiunto in canoa una delle tante calette per scoprirvi, nascosta in una roccia a riva, una rossa stella marina affiancata da una più urticante medusa blu. All’arrivo di un pattino carico di partenopei impegnati ad aprire ricci per confezionare souvenir da regalare ai figli, consigliai alla mia nuova amica di tacere sulla nostra scoperta. Mentre fotografavamo quella meraviglia della natura….intendo la stella non l’amico napoletano…., quest’ultimo si avvicinò chiedendoci cosa vi fosse di speciale da immortalare…Prontamente rispondemmo ad una sola voce “la medusa!”.

                          La medusa

Deluso risalì sul pattino…non senza spargere tutta la sabbia intorno dei neri aculei dei ricci-souvenir …Per quel giorno la stella a cinque punte fu salva, non individuata non poteva essere consegnata a quel destino infelice : trofeo di un giorno! …trofeo almeno sino alla sua normale putrefazione…presto l’acre odore del mare l’avrebbe fatta assimilare ai rifiuti da buttare via …ormai priva di vita. Alle volte mi spaventa la semplicità con cui gli esseri umani privano della vita altri esseri solo per superficialità e non per bisogno .

                         Tra le calette

Quest’estate portando in canoa una giovane amica le mostravo i pomodori di mare ancorati alle scogliere più riparate…lei mi chiese ” ne hai mai aperto uno?” , le risposi ” a che pro?non puoi mangiarlo” e lei ” per vedere come è fatto dentro!”…mi girai , le piantai un occhiata cerulea e le dissi ” mi chiedo come sei fatta tu dentro!”….Che delusione sapere che in quella ragazza non c’era alcun rispetto per le altre forme di vita …anzi non le considerava proprio esseri viventi…ma un diversivo della giornata!

                                        La natura predomina incontrastata

Altra cosa invece era approdare con Graziella agli scogli carichi di ricci e di amici napoletani , due pagaiate a dritta e si era al “bar del riccio”, una patella come cucchiaio …  venivano servite uova di riccio a volontà , uno spuntino di mezzogiorno dal sapore di mare…peccato non avere un po’ di pane e di vino Capichera sulla canoa!
Il ritorno ad un ambiente naturale ed incontaminato, circondata da un paesaggio disseminato di granitiche rocce ha sempre coinciso per me con l’ingresso in un mondo ideale dove poter vivere per sempre…un mondo presente e del futuro dove nella rilassatezza delle vacanze ognuno dimentica il suo ruolo sociale per diventare se stesso , privo delle insegne della vita , bisognoso di condividere con gli altri il proprio tempo.

                       Sul pontile dopo la tempesta

Si dice che quando si viaggia si è più aperti alle conoscenze, allo scambio perché si realizza di essere più esposti e si mantengono le relazioni con gli altri, fino ad allora sconosciuti, proprio al fine di assicurarsi eventuali alleati in caso di bisogno …per tale motivo si socializza di più, ci si apre più facilmente al prossimo intrattenendo rapporti ideali !

La Sardegna Terra Madre di antico stampo matriarcale, ha saputo difendere l’integrità del suo territorio, le rocce sono padrone di ogni dove, le strade sterrate e quasi inaccessibili portano ancora in paradisi senza tempo, inalterate espressioni della bellezza della nostra terra, dove la natura continua a regnare indiscussa protagonista insegnandoci l’ineluttabilità del nostro destino e come solo il nostro civile comportamento possa lasciare una traccia sulla sabbia della vita…imparando a lasciarla integra, inalterata dei suoi valori, finalmente rispettata!

                                                                                 Alba

Quante albe passate ad ammirare la luce che si diffonde colorando di rosa ciò che incontra ed io felice di una notte d’amore appena passata posso prolungare il godimento dei sensi con quella vista per poi sentire le labbra del mio compagno baciarmi umide la schiena…. …tornare dolcemente a sorridere mentre faccio il buio nella stanza e mi abbandono ad altri sogni.
“Futura”…è qualcosa a venire ma che già è…anche se in embrione: per questo sono così affezionata a questo nome che il caso ha voluto regalarmi una sera di tre anni fa sul palco dell’anfiteatro di Calarossa…battezzandomi una seconda volta.

                          L’anfiteatro a Calarossa

Da quel momento sono stata per tutti gli ospiti del villaggio “Futura”…ma anche “Fortuna” e poi “Libera”, ..”Ventura”,…”Serena”…”Fortunata”… a seconda della memoria dei singoli…io, comunque mi chiamassero, mi giravo felice di appartenere ad uno di quei bellissimi nomi… partecipe di un nuovo cambiamento!
In fondo se si rivolgevano a me così era proprio perché il loro inconscio mi vedeva in tale modo ed io ero libera di esserlo…a maggior ragione!
La sera del mio battesimo indossavo un abito d’oro confezionato con un tessuto stropicciato che modellava il corpo arrivando a sostenersi con un laccio al collo, sembrava più un vestito di una vestale che un abito moderno…nell’armadio bisognava tenerlo arrotolato su se stesso e occupava lo spazio di un pugno…comperato sotto la stazione di Firenze a soli 20 euro…un altro regalo del caso che mi aveva portato sino a quelle vetrine per non perderlo…è proprio vero bisogna avere buoni occhi e ferma  volontà  per attuare il meglio nella nostra vita….anche buone orecchie…per udire i suggerimenti…del caso!
Quella sera indossavo sandali bassi alla greca anch’essi d’oro e l’insieme svelava il mio desiderio di essere ammirata e condivisa dagli sguardi di tutti, uomini e donne, in una ideale trasposizione in tempi antichi , in un epoca d’oro a venire…che “Fu” e quindi sarà…

                                                Vestita d’oro

Forse per questo il nome Futura mi si adattava alla perfezione e Sandrino presentando la serata accolse con benevolenza  quello strano personaggio dal nome così promettente, presagendo che da quel momento si cambiava aria…si dava spazio ai sogni… con il massimo vantaggio che quell’anonimato sapeva regalarmi : preservandomi mi liberava ad essere senza più alcuna remora .
Il nome è un abito a cui è legato un destino , evoca negli altri un idea che si lega indissolubilmente alla persona.

                                                      Tramonto dalla piscina alta

Gli antichi faraoni egizi possedevano cinque nomi , di cui uno sconosciuto a tutti, che li legava con il “non apparente”, l’entità nascosta…quale unico figlio riconosciuto di cui nessuno avrebbe potuto millantare il credito.
Noi , comuni mortali , possiamo solo sperare di riconoscerci nel nostro nome e il fatto di poterlo cambiare ci dona nuova vita. Spesso ci si affeziona  a chi ama chiamarci con un nomignolo, forse proprio perché ci libera dai ruoli aprendo la porta ad una nuova eventualità, ad una mutazione.

              In geroglifico:   il sole dà i cambiamenti che  Horus  trattiene                                  

“Il sole (la luce) infonde le metamorfosi ( i cambiamenti ) della vita che la conoscenza suprema deve sapere trattenere”. Questo testo sacro è esposto in geroglifici lungo tutto il perimetro della Casa dell’Eternità di Hatshepsut  la regina faraone figlia di Thotmoses primo ( moses=nato da Thot) vissuta nel 1450 a.c circa ed autrice  di un epoca illuminata dalla conoscenza, dall’apprendimento e dal cambiamento.
In fondo  cos’è la nostra vita se non una serie di mutazioni, di cambi di pelle nel tempo e nello spazio: si cambia di età, di conformazione, di conoscenza…e ci si evolve trattenendo quanto si è appreso… immemori come siamo dalla nascita.
Ci sono delle incredibili similitudini tra la terra egizia e quella sarda… il magnetismo delle rocce sarde è speculare a quello  delle rocce negli “uadi” del deserto, le pietre di granito in entrambi i siti conservano a lungo il calore del sole per questo gli antichi le usavano per  preservare durante la notte una temperatura corporea costante alle statue rappresentanti la sede del “ka”, lo spirito dei nostri grandi predecessori .
Sul muro a cinta del tempio di Ramoses secondo ( Ramses II) a Karnak nella città di Luxor, l’antica Tebe , si narra di un popolo di navigatori , i Sherda, che intorno al 1200 a.c. avevano contribuito ai collegamenti nel Mediterraneo . I geroglifici per sempre scolpiti nella pietra ricordano quanto antica sia la genia e la conoscenza sarda del mondo e fa apparire luoghi come il santuario di Santa Cristina come la conseguenza di tali scambi di gnosi tra gli antichi popoli

  

                                                    Sito nuragico di Santa Cristina

Durante il solstizio estivo del 2007 la luna raggiungerà il pozzo sacro nel complesso nuragico di Paulilatino a  Santa Cristina  ( provincia di Oristano) e secondo antichi calcoli si rispecchierà nella piccola fonte sorgiva, una vaschetta circolare di appena 50 centimetri di profondità. Agli spettatori che si saranno lì assisi nella camera delle riunioni , dopo aver sceso i gradini dell’anfratto triangolare che rappresenta la Dea Madre , non resterà che assistere, muti testimoni del calcolo di tempi immemori, al riflesso dell’immagine del nostro satellite in quella fontana di vita, rappresentazione della parte maschile vivificatrice, parte di un “lingam”e sorgente di ogni nuovo inizio.
La Luna, Selene, parte femminile che magnetizza l’acqua della sorgente maschile affinché possa infondere nuova vita alla terra madre e il ciclo continui.

Futura…quante cose ci sono nel nostro futuro che poi altro non è se non il nostro presente che attimo dopo attimo si srotola al nostro passaggio…quante opportunità di cogliere gli attimi, i cambiamenti, le nuove visuali e comprensioni di una vita in comune…al fine di essere più liberi e consapevoli ognuno dell’altro, consci dell’immenso nostro potenziale!
Se riesco a conservare con onore tutti i nomi che mi sono stati dati sarà per sempre un tempo bellissimo , un regalo per la mia vita presente  colma come sarà di  “Fortuna”, “Ventura”, “Serena” e “Libera” oltre che “Futura”….e potrò chiamarmi allora “Felice”!

                                                 Serata “trasgressiva” con Dani e Paolo

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