Il Cambiamento

Sono sulla riva ovest del Nilo ad Asswan , là dove arriva il deserto di sabbia ocra… vicino alla “strong water” , alla corrente che indomita proviene dalla diga , più forte del vento e così difficile da risalire. Otto ibis cenerini alti e grigi danno il benvenuto dagli scogli di granito nero, piccole isole sopravvissute ai flutti…la pace è totale: un martin pescatore si immobilizza volando nell’aria , un garrire di rondine precede il suo volo…lontano il suono dei tamburi della festa…oggi è venerdì , il loro giorno di riposo!

                                                   Sacri Ibis sulla roccia…quasi invisibili !

Una water-pomp si accende a rompere il silenzio, rumorosa pompa l’acqua dal Nilo per irrigare i campi. Dopo aver veleggiato l’intera mattinata ora siamo fermi affiancati alla riva, legati alle rocce abbiamo appena finito di mangiare e ci possiamo rilassare completamente.


…a  prua

Mi allungo a prendere il sole a prua, alzo gli occhi al cielo e vedo passare un falco, ma non è solo…sono in dieci a sfruttare le correnti aeree e mi fanno provare una forte sensazione di essere protetta da quel volo benaugurale mentre una motor-boat scende la corrente carica di turisti  intenti a prendere il sole  sul tetto di lamiera…cantano…e’ una giornata felice…”oh Alele,oh Alele” e battono le mani per essere tutti uniti in quel ritmo , almeno oggi…
Sono così lontana da tutti i “nostri” problemi, sono nel limbo di perfezione della natura, intorno a me solo il blu del Nilo, le onde della barca a motore si infrangono sulla riva di sabbia del deserto che si scioglie formando tante bollicine dense e bianche. Ho varcato la porta del cambiamento senza accorgermene, la barca gira su stessa e con lei la sua ombra, non mi preoccupa cambiare posizione…presto tornerà come prima e potrò di nuovo prendere i benefici raggi del sole.


A riva prima della “strong water”

Non ho fretta , non devo andare da alcuna parte, vivo il presente da spettatrice felice di essere. E’ così raro cessare di desiderare  e riuscire ad assaporare il “diluait” , l’adesso in lingua araba! Nessuno dipende da me  e posso fare festa concedendomi il solo guardare questa sabbia dorata …dalla sommità della collina che mi sovrasta arriva sino al deserto del Sahara…senza interruzioni.
Mohrad il mio feluchiere dorme all’ombra del tendalino , ora solo il rumore del cordame che si tende riempie l’aria ( davvero troppo malconce…non posso proprio chiamarle scotte o sartie !) L’acqua è molto profonda  in questa parte del Nilo perciò anche molto pulita , per settecento chilometri il lago Nasser è incontaminato … ogni tanto una carpa salta fuori dall’acqua per mangiare un pesce più piccolo.


Captain Mohrad al timone

Antiche pietre , antiche rive immutate, sempre uguali da millenni….abbiamo bisogno di questo, di tornare indietro con il cuore pur mantenendo la nostra tecnologia , abbiamo bisogno di sentirci sazi di niente …anche solo del frinire di una cicala.
Ricordo mia madre  quando durante il fine settimana la andavo a trovare a Nizza…appena arrivata il suo pensiero si dispiaceva già per il fatto che sarei andata via. Non viveva il presente ma solo il dopo ! Che errore da non ripetere ! Quante volte ho dovuto correggere questa innata tendenza del mio Dna!

                                                                A Nizza con Mamma

La saggezza sta nel lasciare il vento scivolare sulla pelle , gli occhi riempirsi di ciò che li circonda per cogliere tutte le meraviglie del momento , sospendere l’ansia per respirare a pieni polmoni in una giornata ideale di festa come oggi.

Una feluca ha attraccato alla riva poco lontano dalla nostra, nascosta da una duna la si riconosce solo dalla parte alta dell’ “albero” di betulla con la vela chiusa in verticale.
Passa una barchina a remi con due nubiani a bordo vestiti a festa risalgono la corrente verso la musica , vanno al villaggio dove li attendono ritmi,balli, canti e tuffi vestiti nel Nilo .

                                                                                                         Vista a perdifiato

Tanti anni fa durante il mio secondo viaggio in Misr ( Egitto), l’antico Mishraim del libro dei Giubilei, forse nel 1998 eravamo attraccati più o meno allo stesso posto quando travolta dalla corrente passò nei gorghi una barchina di legno a remi senza nessuno dentro…il feluchiere Mohrad tirò su la vela e fece un bordo per provvedere al suo recupero. La portò a riva proprio mentre giungeva  trafelato il pescatore a cui era sfuggita di mano…cercava di raggiungerla correndo sulla riva pur sapendo quanto fosse difficile battere il Nilo in una simile gara…Mohrad consegnò la barca a quel paio di occhi spauriti e si misero insieme seduti sulla riva a fumare il tabacco conciato al miele nella “shisha” , la pipa ad acqua , parlando dell’accaduto e ridendo dello scampato pericolo. Quella barca rappresentava tutto ciò che quell’uomo possedeva, era la sua vita! La solidarietà di chi non ha niente né aspira ad avere altro aveva creato una nuova amicizia…senza nome e senza titolo quella barca  doveva appartenere a qualcuno a cui serviva, subito si era dovuto pensare a ricuperarla, poco importava chi ne fosse il padrone…tanto si sarebbe fatto vivo a breve !


Navigando sul Nilo

Piccole gocce di saggezza …Durante uno dei miei viaggi sul Nilo chiesi ad un feluchiere perché non si fosse comperato un motore  da usare al posto dei remi durante la calma piatta o per andare a pescare. Sentendo la risposta mi vergognai della superficialità della mia domanda …
Mi disse : “ non ho mai pensato di acquistare un motore per quattro validi motivi . il primo perché costa , il secondo perché bisogna alimentarlo, il terzo perché se si rompe devo portarlo ad aggiustare al Cairo…ma soprattutto perché se compero il motore non ho più bisogno di un amico che mi aiuti a remare e …con chi parlo?”
Già cosa siamo noi da soli  : meno di nulla ….!

Non ho mai avuto una storia  sentimentale o di solo sesso con un egiziano anche se una volta sono rimasta sorpresa dal desiderio che mi ha preso del tutto inconsciamente. Me lo ricorda parlando Mohrad…si è vero ci conosciamo già da otto anni. Ogni volta al mio arrivo ad Asswan ho cercato di lui , sia perché ho fiducia nel suo modo di comportarsi sia per la sua conoscenza della vela e delle secche del Nilo….ma senza mai concedermi ai suoi desideri, per lui peraltro legittimi !

                                                        Faccio il bagno vestita, io !

Rammento un bagno nel sacro fiume , a giugno accaldata dal sole  mi ero lanciata  nelle fredde acque subito fonde, l’avevo visto tuffarsi dalla prua della feluca ormeggiata 150 metri lontana da dove mi trovavo …poi più nulla e…mi ero sentita afferrare di colpo alle gambe per vederlo emergere al mio fianco….ripresami dallo spavento l’avevo visto uscire dall’acqua tutto nudo  con il corpo che brillava di salute. Nulla da dire aveva proprio  tutte le cose al posto giusto e allora sentii il desiderio farsi strada  dentro di me per poi essere represso dal più freddo ragionamento. Ancora oggi mi chiede se voglio fare una traversata di tre giorni in feluca da Asswan a KomOmbo con lui….forse per tentare ancora e ancora…senza sapere che quella stessa sera , ritornata a bordo della nave,  avevo compensato da sola il desiderio che mi aveva fatto provare, avevo goduto di quella emozione in solitaria…


…al calar del sole

Il Cambiamento : attraversare una porta…quanta simbologia… Alle volte mi chiedo quanti concetti nasconda e se sia noto a tutti il significato della parola “porta”.

                                                             Una stella a sei punte

In geroglifico gli scribi la identificavano con il simbolo di una stella a sei punte , due ideali triangoli opposti : ciò che sta in alto è uguale a ciò che sta in basso. Serviva a rappresentare  Seshat la signora del tempo, la moglie di Toth il grande matematico inventore della scrittura , dei numeri e dell’inizio del tempo .
Toth per accontentare il desiderio di Tefnut di amare il figlio Geb le aveva creato un mondo parallelo, spingendo con l’aiuto di Anubi, la luna nell’orbita terrestre attivandone il suo naturale magnetismo aveva di fatto creato uno spazio tempo formato da cinque giorni in più, epagomeni.

 Sul lato est,all’ interno del Mammisi a Dendera, in alto c’è la raffigurazione di Toth e Anubi mentre spingono la luna!

Aveva creato il tempo e sulla terra “Tawi” in quei cinque giorni sarebbero nati i primi umani : Horus il Grande, Osiride , Iside, Seth e Nefti.  Il mirabile artefice del nuovo  mondo, Toth il signore del tempo è riuscito a creare, formata da spazio e tempo,  una nuova terra  e per raggiungerla sua moglie Seshat ne è il mezzo: lei è la porta del tempo, la porta di Toth ! Attraverso la donna l’umanità può venire al mondo, in questo mondo.

     
Seshat:  il suo copricapo è a punta con una stella sopra                                 e  la sua mano
Così ogni volta che ammirerete una donna con una stella sospesa sulla testa , descritta  mentre conta gli anni  sullo stelo di una palma saprete che lei rappresenta la prima porta, il primo cambiamento. Nel nostro immaginario oggi chiamiamo “stargate”  la porta verso una altra dimensione!

Non ci è dato sapere  quali siano i motivi che possono aver spinto ad una simile scelta…ma fin dai tempi degli antichi egizi la storia è sempre quella …si giunge ignari su questa terra per un breve periodo, si è dunque soggetti alla marcescenza per amore? Per poi ritornare se giustificati nell’AmDuat ad una stella, alla porta.
Per rinnovare noi stessi approfittiamo di questo passaggio, per ritornare uguali, per amarci ancora, per ritrovarci nelle nostre nuove mille forme sicuri di riconoscerci al fine sempre?
Ai figli di un grande amore è stata data la possibilità di vivere , di essere, di esistere se non in quella dimensione originaria almeno in questa. E noi come la viviamo : facendoci la guerra, tentando di prevaricarci,  sentendoci superiori uno all’altro. Non c’è alcuna vita che valga più di una altra vita e la nostra vita è fatta di quel poco tempo che scorre inesorabile. Dobbiamo riprendere il nostro presente, con gli insegnamenti del passato e i sogni del futuro per cercare di ritrovare prima noi stessi e subito dopo andando incontro agli altri noi, scordando il male, i rancori, i desideri di possesso e sopraffazione, le paure , le divisioni…vincendo la nostra stessa essenza  fatta di dubbi, di politica , di potere. Prima riusciremo ad essere integri con la nostra volontà, prima sospenderemo il giudizio, che peraltro non ci compete, e…prima riusciremo ad essere liberi di essere.


contemplare

Quando un bambino ci sorprenderà con la sua capacità di amore tanto sapremo quale è l’età a cui riferirsi per essere diversi, da subito …da prima di dopo! Senza mai identificarsi in qualcosa …per non correre il rischio di perdere l’opportunità di fare parte del tutto… Appena si può…per migliorare generazione dopo generazione cancellando il debito del tempo…verso un sogno di libertà…contro tutti gli ostacoli, le malattie ,le incomprensioni, le chiusure,le imposizioni… responsabili di averci fatto regredire.
Liberi di amarci …per sempre!

Dovremmo riuscire tutti a vivere il fuoco sacro, a sentire quella sensazione fatta di verità capace di farci superare le paure lasciandoci uscire allo scoperto, felici di apprendere a superare, a vivere sicuri nell’essere… dribblando  punti morti  e ostacoli con la forza della determinazione , della consapevolezza di cosa sia composto il rispetto.Agli interpreti della vita…ecco a chi dovremmo assomigliare…agli artisti,agli attori,ai musicisti…a coloro che sanno farsi trasportare dal fuoco sacro ,ad esserne il tramite!
Non è così facile…proveniamo da una cultura pesantemente condizionata dal denaro e dai dogmi quindi dalla politica…ma già il riconoscerlo ci fa fare un passo avanti !
Il denaro, il potere  dell’accumulo che genera il caos nel mondo…non era mai esistito presso la cultura egizia, gli antichi scambiavano le merci equiparandone il valore a stai di grano (ndr. dipinti del viaggio a Punt nel sito di Hatshepsut Nuovo Regno 1450 a.C., riva occidentale di Tebe,Luxor) e, pur mantenendo rapporti e scambi con popoli che ne facevano già uso, non avevano mai coniato moneta, questo sino al raggiungimento della decadenza coincidente con le dominazioni prima persiana (600 a.C.) poi tolemaica e romana.

http://web.tiscali.it/Hatshepsut/punt.htm

http://www.maat-ka-ra.de/english/bauwerke/djeser/dj_portico_2_hall_punt.htm

Per quanto si potessero riempire magazzini di grano o birra  questi erano sempre beni soggetti a deperimento quindi ad utilizzo. Conquistando altre terre non potevano essere usati quale strumento subdolo di potere…di fatto il grano è uguale ovunque e , finita la dominazione , mantiene lo stesso valore di prima. Con la moneta al contrario si determinava una sudditanza e, nelle genti conquistate che erano riuscite ad accumularne , una volontà di non vedere partire il dominatore per non farne annullare il valore.

Niente moneta e niente dogma…gli antichi abitanti delle sacre rive del Nilo quando conquistavano nuove terre non tentavano di convertirne i popoli, non imponevano la loro conoscenza erigendo statue o siti sacri sui territori annessi. Conquistavano terre ma non sottomettevano i popoli vincolandoli ad una moneta di scambio o ad un dogma…semplicemente perché non ne avevano !

                                  Il Faraone rinnova la offerta di Maat: equità,verità…ordine (eka)

La conoscenza Maat era la regola e non si poteva imporre …simboleggiata da una figura femminile con una piuma era l’espressione della serenità necessaria all’animo umano .
Senza imposizione non vi era una via migliore dell’altra, non si poteva generare il caos determinando cosa era giusto e cosa sbagliato, l’equità era la regola, la verità il suo modo di progredire…la piuma “timoniera” il simbolo della fragilità di simili concetti

                                         Al Louvre:Aile Suilly n. 18 , Vetrina 1: Maat

Bisognava imparare a conoscere intimamente prima di usare , sapere dare valore ad ogni singola cosa in quanto parte del tutto, insegnare senza indicare, distinguere senza anteporre…sapendo quanto la verità più nascosta sa farsi palese non con le parole ma con le sensazioni.
Un brivido mi percorre il corpo…so di essere nel giusto …

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